Una voce si alza, una su tutte, in questa irragionevole visione
Che più di sogno ha i connotati, anche se, inver, reale è
Una voce che sembra dir:
“Vieni avanti ,cretino”
Io, Dottore e Scienziato
Io, Genio e Alchimista
Io, Musico e Filosofo
Non possono volere me, con quel appellativo
A meno che non mi credano figlio dell’ellenica città
Allora sì, magari per il naso
così mi convinco e rispondo ancora un po’ sospetto “scusi, dice a me?”
e subito, da sogno passa a realtà
“Sì, sì sto addì atte! nun vedi che ce sto io qua?! Me devi da da li sordi.”
Non ho nessun dubbio ora:“Mi scusi signore, è che credevo che questo bagno fosse pubblico, non vedo perché dovrei pagarla ed evitare così che lei si possa trovare un lavoro”
“Macchè ssei deficiente? Nun fa er furbo, medevipagà”
Rimango della mia convinzione “…non dico adesso, nell’immediato, ma magari un giorno, chissà, un lavoro vero…”
Ma l’energumeno non la pensa come me, non ha la mia stessa visione diciamo, tanto che è lui a venir verso di me, ora, e con la scopa in mano
Ed ecco allora che il vero dubbio mi assale,
devo?
o non devo?
Forse ha ragione lui…
e la voce sembra incalzar
“Vieni avanti cretino”
Ed io nel dubbio, lascio a te il primo passo:
“Ecco 50 euro signore, d’un tratto mi sembra il minimo, la ringrazio per i suoi servigi, ma adesso la prego, non mi faccia del male”
Oggi sono perplesso Fernando Pessoa –il Libro dell’inquietudine”
Oggi sono perplesso,
come chi ha pensato
e creduto
e dimenticato.