venerdì 27 maggio 2011

Perché nella vita ci vuole coraggio

francesco polidori

Siamo su un treno, affollato, vicino a me due sconosciuti, un uomo e una donna, stanno insieme? Forse sì. È pomeriggio, a lei suona il cellulare.
Lui: “Chi era cara?”
-sì stanno insieme-
Lei: “Nessuno, la sveglia amore”
Lui: “Perché metti la sveglia alle 14 e 31 del pomeriggio?”
Lei “eh per ricordarmi…” e lui la interrompe “No intendo perchè a 31 e non a 30?”
Lei: “Ma da me è 30”
Lui: “E allora come al solito hai sbagliato era 30” pausa “adesso 31”.
E poi, fermata dopo fermata, un continuo
“scusa cara ma i biscotti che hai portato sono cattivi, non hai chiuso bene il pacchetto, ma come ti sei dimenticata di portarmi il maglioncino, Claudia, adesso ho freddo… ora ho caldo, hai chiuso il gas? Non ti sei ricordata di dar da mangiare al cane?! Ma poi da mia madre ieri ci sei passata?! Ma come no, Claudia…”
La prossima fermata è la mia,non resisto mi butto in ginocchio, le prendo la mano e:
“Lascialo Claudia ti prego, scappiamo insieme come abbiamo sempre detto, lo sai anche tu che lui non ti merita”
Claudia, ormai la mia Claudia, mi sorride, si alza e mi segue
Allora lui le prende la mano e io
ed è a questo punto che ho dovuto dimostrare di avere coraggio,
dico: “No, non tentare di fermarci, ché la nostra vita è in versi, la tua in prosa”.

La vita in versi (Giovanni Giudici)
Metti in versi la vita, trascrivi
fedelmente, senza tacere
particolare alcuno, l’evidenza dei vivi.
Ma non dimenticare che vedere non è
sapere, né potere, bensì ridicolo
un altro voler essere che te.
Nel sotto e nel soprammondo s’allacciano
complicità di visceri, saettando occhiate
d’accordi. E gli astanti s’affacciano
al limbo delle intermedie balaustre:
applaudono, compiangono entrambi i sensi
del sublime – l’infame, l’illustre.
Inoltre metti in versi che morire
è possibile più che nascere
e in ogni caso l’essere è più del dire.

martedì 15 marzo 2011

Nel dubbio, va’ avanti tu

Francesco Polidori
Una voce si alza, una su tutte, in questa irragionevole visione
Che più di sogno ha i connotati, anche se, inver, reale è
Una voce che sembra dir:
“Vieni avanti ,cretino”
Io, Dottore e Scienziato
Io, Genio e Alchimista
Io, Musico e Filosofo
Non possono volere me, con quel appellativo
A meno che non mi credano figlio dell’ellenica città
Allora sì, magari per il naso
così mi convinco e rispondo ancora un po’ sospetto “scusi, dice a me?”
e subito, da sogno passa a realtà
“Sì, sì sto addì atte! nun vedi che ce sto io qua?! Me devi da da li sordi.”
Non ho nessun dubbio ora:“Mi scusi signore, è che credevo che questo bagno fosse pubblico, non vedo perché dovrei pagarla ed evitare così che lei si possa trovare un lavoro”
“Macchè ssei deficiente? Nun fa er furbo, medevipagà”
Rimango della mia convinzione “…non dico adesso, nell’immediato, ma magari un giorno, chissà, un lavoro vero…”
Ma l’energumeno non la pensa come me, non ha la mia stessa visione diciamo, tanto che è lui a venir verso di me, ora, e con la scopa in mano
Ed ecco allora che il vero dubbio mi assale,
devo?
o non devo?
Forse ha ragione lui…
e la voce sembra incalzar
“Vieni avanti cretino”
Ed io nel dubbio, lascio a te il primo passo:
“Ecco 50 euro signore, d’un tratto mi sembra il minimo, la ringrazio per i suoi servigi, ma adesso la prego, non mi faccia del male”

Oggi sono perplesso Fernando Pessoa –il Libro dell’inquietudine”
Oggi sono perplesso,
come chi ha pensato
e creduto
e dimenticato.

giovedì 20 gennaio 2011

Il colore del grano

Francesco Polidori
In realtà è da un po’ che volevo fare un post sull’amicizia, ma ho sempre paura di essere banale, troppe cose da dire:
potrei benissimo cominciare a scrivere milioni di pensierini, come alle elementari,
vi ricordate i pensierini delle elementari?
Quello sulla mamma era un classico, sul papà invece non ha mai riscosso tanto successo!
Alla fine il padre è sempre più defilato, di solito torna la sera tardi ed è costretto a punirti per quello che hai fatto nel pomeriggio
“Francesco, se non la smetti lo dico a tuo padre!!! Va’ a fare i compiti!!!”
“Sì, mamma”.
Pensierino sulla mamma: svolgimento
“Mia madre è a capo di un organizzazione, penso assoldi mio padre per sbrigare alcune questioni. Io devo fare tutto quello che mi dice lei se no, poi, ci pensa mio padre. Non ho mai capito che fa mio padre, meglio non indagare”…
-La signora Polidori??
-Sì?!
-Siamo gli assistenti sociali.
No, scherzo :)
Ma ho anche finito il post e non ho scritto nulla sull’amicizia, non ci riesco proprio, la lascio a questo scritto, non è una poesia lo so, ma a volte è meglio così!

Il Piccolo Principe. Antoine de Saint-Exupéry

In quel momento apparve la volpe.
"Buon giorno", disse la volpe.
"Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe

"Vieni a giocare con me", le propose il piccolo principe, sono cosi' triste..."
"Non posso giocare con te", disse la volpe, "non sono addomestica".

"Che cosa vuol dire ?"
..
"E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire ..."Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo. Se tu mi addomestichi, la mia vita sarà illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me e' inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo e' triste! Ma tu hai dei capelli color dell'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che e' dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano..."
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
"Per favore... addomesticami", disse.
"Volentieri", disse il piccolo principe.

Così il piccolo principe addomesticò la volpe.
E quando l'ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la volpe, piangerò".
"La colpa e' tua", disse il piccolo principe, "io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi..."
"È vero", disse la volpe.
"Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
" È certo", disse la volpe.
"Ma allora che ci guadagni?"
“Ci guadagno il colore del grano" disse la volpe.

lunedì 3 gennaio 2011

Scusate la banalità

francesco polidori
Scusate la banalità dicevo, ma è l’inizio di un nuovo anno e inevitabilmente, la fine di quello passato,
Che poi non sapete che mi è successo a Capodanno, o meglio proprio il 31,
non stavo per morire?! Mamma mia che esperienza
Perché quando devo fare qualcosa io la faccio per bene, come mi diceva sempre la maestra alle elementrari:
“Francesco Polidori, cos’è sta schifezza qua??? Quando fai qualcosa la devi far bene!!!”
E così stavo per fare, far coincidere l’ultimo giorno dell’anno con l’ultimo giorno, dell’ultimo anno…
Eh, che intelligenza
Non è mica da tutti insomma
Comunque torniamo alla banalità che è più sicuro,
…ultimo dell’anno, dicevamo
Tempo di bilanci, quindi
Bilanciamoci allora,
Riallineiamoci con questo COSMO
Che poi a fine anno e ad inizio nuovo si hanno sempre questi buoni propositi:
Essere più buoni
Dimagrire
Dire sempre la verità
Andare a letto presto
Smettere di fumare
Andare in palestra
… e l’elenco potrebbe continuare all’infinito con una sola ed unica certezza
Non si rispetteranno!!!
Almeno non per un anno intero, intendo
Dieta? Parti forte i primi giorni, già al Venerdì sei lì che ti mangi tutto il panettone avanzato dalle feste
Andare a letto presto? “Già le 10??? Dopo sta birretta dritto a casa” e quando riguardi l’orologio son sempre le 4 di mattina… “dai vabbè cominciamo domani”
Smettere di fumare… ma io nemmeno fumo!!! Era un esempio…
Comunque per quest’anno basta, voglio cambiare radicalmente!!!
Basta con tutte queste mete inarrivabili, con questa voglia di perfezione, basta con questi buoni propositi!!!
Dal 2011 solo cattive intenzioni ché la vita è una!

Trionfo di Bacco e Arianna (La Canzone di Bacco)

Lorenzo de’ Medici

Quant'è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
Quest'è Bacco e Arianna,
belli, e l'un dell'altro ardenti:
perché 'l tempo fugge e inganna,
sempre insieme stan contenti.
Queste ninfe ed altre genti
sono allegre tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'e certezza.
Questi lieti satiretti,
delle ninfe innamorati,
per caverne e per boschetti
han lor posto cento agguati;
or da Bacco riscaldati,
ballon, salton tuttavia.
Chi vuol esser lieto sia:
di doman non c'è certezza.
Queste ninfe anche hanno caro
da lor essere ingannate:
non puon fare a Amor riparo,
se non genti rozze e ingrate:
ora insieme mescolate
suonon, canton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
Questa soma, che vien drieto
sopra l'asino, è Sileno:
così vecchio è ebbro e lieto,
già di carne e d'anni pieno;
se non può star ritto, almeno
ride e gode tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
Mida vien drieto a costoro:
ciò che tocca, oro diventa.
E che giova aver tesoro,
s'altri poi non si contenta?
Che dolcezza vuoi che senta
chi ha sete tuttavia?
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
Ciascun apra ben gli orecchi,
di doman nessun si paschi;
oggi siam, giovani e vecchi,
lieti ognun, femmine e maschi;
ogni tristo pensier caschi:
facciam festa tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
Donne e giovìnetti amanti,
viva Bacco e viva Amore!
Ciascun suoni, balli e canti!
Arda di dolcezza il core!
Non fatica, non dolore!
Ciò c'ha a esser, convien sia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.

lunedì 6 dicembre 2010

Per una volta che mi alzo presto la mattina

Francesco Polidori
Sai quando si dice, non è bella ma è simpatica?!
Ecco lei nemmeno quello,
non è bella, punto.

Ti guarda dai suoi occhialini tondi, piccoli per tutta quella faccia
e poi quella voce,

“Polidori s’è scordato di mettere il modulo C, non posso approvare la sua domanda”

“Veramente il modulo C l’ho messo”

“Sì ma non gli ha allegato il modulo C-11RZ che poteva comodamente scaricare online, ovviamente però doveva conoscere la password, la conosce la password vero?

“No”

“Polidori, è molto semplice, la password gliela avrebbe sussurrata un commerciante che ha la bancarella al mercato di porta de fiori a Roma, la quarta da sinistra partendo dalla terza pietra, perfettamente tonda, dopo che lei gli ha comunicato la parola segreta, saprà qual è la parola segreta no?!… insomma, il modulo C senza l’allegato 11RZ non vale niente, anzi, meglio se non mi avesse portato nulla, adesso deve pagare una mora perché ha compilato male il modulo per la domanda che non le posso approvare, sempre se lo rivuole, allora la rivuole fare o no, sta domada?!”

“Ma veramente io volevo solo…”

“Eh veramente, veramente, ma io mica son qui per lei, sta pure intralciando la fila, comunque questo è l’ID”

“Ah l’ID per il modulo 11RZ?”

“Nooooo, Polidori la prego non mi faccia perder tempo, l’ID per scaricare il bollettino”

“Ma il bollettino per cosa?!”

“Per pagare la mora, la password invece la può ricevere andando dal benzinaio… “

“Senta lasci perdere, non la voglio più fare sta domanda, lasciamo stare così”

“Ah allora deve riempire il modulo di disdetta che può trovare…”

“No basta, come non detto, torno a dormire che è meglio”

Poesia per il buon risveglio (ovvero il manifesto sull’imbroglio del sabato mattina)
Ivan (avanguardia di poesia di strada e assalto poetico)


che mi spiace un pochino, m’in fondo non troppo
star ora adesso
in questa mia notte profonda sprofondata di schiamazzi
in questa mattina che stringi domani sonno a vampate
pisolato oltre me stesso a crescere una rosa di legno
in un sogno dove vendo semi al nettare di regina
tessendo pane e speranza per i pellegrini di Saturno.
che un pochino sorrido, ma di certo non sganascio
star di certo qui
in questo mio attimo palpito di buio ferito dai fari
in questa foschia densa come la rugiada che sbuffi con lo sguardo
stritolato morbidamente moribondo dall’abbraccio tenero del letto
al pensiero di me giocoliere che lego gl’attimi a distanza d’una notte
mentre tu t’accendi sole e quindi mattina fresca.
il mattino ha l’oro in bocca
su bene diritti con quella schiena
‘n, due, tre pedalare su
forza signorina che si fa tardi
ma che noi non si farà tardi mai
non se c’importa il cammino e non l’attimo
mostraglielo coi denti Anna incanto
che tu a nanna saresti restata volentieri
ch’è un imbroglio la scuola
al sabato mattina


martedì 26 ottobre 2010

Freddo (parte seconda)

francesco polidori
...dov'ero rimasto?! Ah già, la maturità, il matrimonio...

...Ma devo sposarmi essere buono
Che bello sarebbe tornare a casa da lei
e sedermi vicino al fuoco mentre lei in cucina
col grembiule giovane e bella vuole un mio figlio
e così felice per me da far bruciare il roast-beef
e viene a piangere da me e io mi alzo dalla grande sedia di padre
e dico Denti Natale! Cervelli radiosi! Mela sorda!
Dio che marito sarei! Si, devo sposarmi!
Tanto da fare! Per esempio entrare in casa di Mr. Jones a tarda notte e
coprirgli le mazze da golf di libri norvegesi
1920
O appendere una foto di Rimbaud alla falciatrice
o incollare francobolli di Tannu Tuva su tutto lo steccato di cinta
o quando viene la Signora Kindhead per la colletta del Fondo della Comunità
afferrarla e dirle. Ci sono presagi sinistri nel cielo!
E quando il sindaco viene a chiedermi il voto dirgli
Quando li farai smettere di uccider balene!
E quando viene il lattaio lasciargli un appunto nella bottiglia
Polvere di pinguino, portami polvere di pinguino, voglio polvere di
pinguino -
Eppure se dovessi sposarmi e fosse il Connecticut e la neve
e lei partorisse un bambino e io non potessi dormire, esausto,
in piedi la notte, il capo su una muta finestra, il passato alle spalle,
trovandomi tremante nella situazione più solita
consapevole di responsabilità non rametto sporco ne minestra di moneta
Romana
O cosa sarebbe!
Certo gli darei per capezzolo un Tacito di gomma
Per sonaglio un sacco di dischi rotti di Bach
Attaccherei Della Francesca intorno alla culla
Cucirei l'alfabeto greco sul suo bavaglino
E per il suo passeggero costruirei un Partenone senza tetto
No, non credo che sarei quel tipo di padre
niente campagna niente neve muta finestra
ma rovente puzzolente isterica New York City
sette piani di scale, scarafaggi e topi sui muri
una grassa moglie reichiana che strilla da sulle
patate Trovati un posto!
E cinque bambini mocciosi innamorati di Batman
E i vicini sdentati e forforosi
come quelle masse stracciate del 18° secolo
tutti che vogliono entrare a guardare la TV
Il padrone vuole l'affitto
Drogheria Gas Blue Cross & Electric Knights of Columbus
Impossibile sdraiarsi a sognare neve del Telefono, parcheggio fantasma -
No! Non devo sposarmi non devo sposarmi mai!
Ma - e Se fossi sposato a una bella donna sofisticata
alta e pallida in un vestito nero elegante e lunghi guanti neri
con un bocchino in una mano e un bicchiere nell'altra
e vivessimo in una penthouse con un'enorme finestra
da cui vedere tutta New York e anche oltre nelle giornate serene
No, non riesco a immaginarmi sposato a quel piacevole sogno prigione -
Ma e l'amore? Dimentico l'amore
non che sia incapace di amore
è solo che l'amore per me è strano come portare scarpe -
non ho mai voluto sposare una ragazza che
somigliasse a mia madre
E Ingrid Bergman mi è sempre stata impossibile
E forse adesso c'è una ragazza ma è già sposata
E non mi piacciono gli uomini e ...
ma ci deve essere qualcuno!
Perché se a 60 anni non sono sposato,
tutto solo in una camera ammobiliata con macchie di piscio nelle mutande
e tutti gli altri sposati! Tutto l'universo sposato all'infuori di me!
Ah, eppure so bene che se ci fosse una donna possibile come sono io possibile
allora il matrimonio sarebbe possibile -
Come LEI nel suo solitario fasto esotico aspetta l'amante egiziano
così aspetto io - privo di 2000 anni e del bagno della vita.

-Il Matrimonio- Gregory Corso

Freddo (parte prima)

francesco polidori
È arrivato!
Brrrrrrrrr, mi verrebbe da dire ma potrei sembrare infantile e anche se sembra essere diventato un’arma di seduzione fra queste nuove generazioni
Il Toy Boy per intenderci
Comunque sia chiaro, non vorrei mai dare l’impressione di essere infantile
Anche perché son sempre stato abbastanza maturo per la mia età
A sette anni davanti a tutta la scuola elementare del mio paese
“..ed è per questo motivo che non bisogna mangiare le cavallette salterine, anche se son loro ad entrare nella nostra stanza”
Subito osannato dalla maestra:
“Eh Francesco, tu sì che sei maturo per la tua età”
A 14 anni, davanti a tutta la scuola media del mio paese
“…ed è per questo motivo che non bisogna mangiare le cavallette salterine, anche se son loro ad entrare nella nostra stanza”
“Eh Francesco, tu sì che sei maturo per la tua età”
A 19 anni davanti a tutto il liceo scientifico del mio paese
“…ed è per questo motivo che non bisogna mangiare le cavallette salterine, anche se son loro ad entrare nella nostra stanza”
“Eh Francesco, tu sì che sei maturo per la tua età”
L’altro ieri davanti a tutta la mia università
“…ed è per questo motivo che non bisogna mangiare le cavallette salterine, anche se son loro ad entrare nella nostra stanza”
“Eh Francesco, tu sì che sei maturo per la tua età”

Eh già che maturità,
pronto per il matrimonio oserei

Matrimonio -Gregory Corso-

Devo sposarmi? Devo essere buono?
Far colpo vestito di velluto e cappuccio da Faust sulla ragazza che abita
accanto?
Portarla al cimitero invece che al cinema
dirle tutto sui lupi mannari vasche da bagno e clarinetti biforcuti
poi desiderarla e baciarla e tutti i preliminari
e lei che arriva solo fino a un certo punto e io capisco perché
e non mi arrabbio dicendo Devi sentire! E' bello sentire!
Invece la prendo fra le braccia mi appoggio a una vecchia tomba contora
e corteggio lei la notte intera le costellazioni nel cielo -
Quando mi presenta i suoi genitori
schiena diritta, capelli finalmente ravvivati,
strangolato da una cravatta,
devo sedere a ginocchia unite sul loro sofà da 3° grado
e non domandare Dov'è il bagno?
Come sentirmi se non come sono,
pensando spesso al sapone Flash Gordon -
O come deve essere orribile per un giovanotto
seduto davanti a una famiglia e la famiglia che pensa
Non l'abbiamo mai visto! Vuole la nostra Mary Lou!
Dopo il tè e i dolci fatti in casa mi chiedono Come ti guadagni la vita?
Devo dirglielo? Gli sarei simpatico dopo?
Direbbero Va bene sposatevi, perdiamo una figlia
ma guadagniamo un figlio -
E devo domandare allora Dov'è il bagno?
Dio, e il matrimonio! Tutta la famiglia e i suoi amici
e sol un pugno dei miei, tutti scrocconi e barbuti
che aspettano soltanto cibi e bevande -
E il prete! Mi guarda quasi mi masturbassi
nel chiedermi Vuoi questa donna come tua legittima sposa?
E io tremante che dire direi Torta Colla!
Bacio la sposa tutti quegli arrapati giù manate sulla schiena
E' tutta tua, ragazzo! Ah-ah-ah!
E nei loro occhi si vede qualche oscena luna di miele in atto -
Poi tutto quell'assurdo riso e lattine che sbattono e scarpe
Cascate del Niagara! Orde di noi! Mariti! Mogli! Cioccolatini!
Tutti che affollano alberghi accoglienti
Tutti a fare la stessa cosa stanotte
L'impiegato indifferente che sa cosa sta per succedere
Gli idioti nella hall che lo sanno
Il fattorino dell'ascensore che lo sa fischiettando
Il portiere ammiccante che lo sa
Tutti lo sanno! Mi vien quasi voglia di non far niente!
Stare alzato tutta la notte! Fissare negli occhi quell'impiegato d'albergo!
Gridando: Io nego la luna di miele! Io nego la luna di miele!
correndo aggressivo in quegli appartamenti quasi eccitati
urlando Pancia Radio! Zappa gatto!
Oh vivrei a Niagara per sempre! in una buia
caverna sotto le Cascate mi siederei il pazzo
Lunatoredimiele
e escogitar modi per rompere matrimoni,
fustigatore di bigamia santo del divorzio...