martedì 26 ottobre 2010

Freddo (parte seconda)

francesco polidori
...dov'ero rimasto?! Ah già, la maturità, il matrimonio...

...Ma devo sposarmi essere buono
Che bello sarebbe tornare a casa da lei
e sedermi vicino al fuoco mentre lei in cucina
col grembiule giovane e bella vuole un mio figlio
e così felice per me da far bruciare il roast-beef
e viene a piangere da me e io mi alzo dalla grande sedia di padre
e dico Denti Natale! Cervelli radiosi! Mela sorda!
Dio che marito sarei! Si, devo sposarmi!
Tanto da fare! Per esempio entrare in casa di Mr. Jones a tarda notte e
coprirgli le mazze da golf di libri norvegesi
1920
O appendere una foto di Rimbaud alla falciatrice
o incollare francobolli di Tannu Tuva su tutto lo steccato di cinta
o quando viene la Signora Kindhead per la colletta del Fondo della Comunità
afferrarla e dirle. Ci sono presagi sinistri nel cielo!
E quando il sindaco viene a chiedermi il voto dirgli
Quando li farai smettere di uccider balene!
E quando viene il lattaio lasciargli un appunto nella bottiglia
Polvere di pinguino, portami polvere di pinguino, voglio polvere di
pinguino -
Eppure se dovessi sposarmi e fosse il Connecticut e la neve
e lei partorisse un bambino e io non potessi dormire, esausto,
in piedi la notte, il capo su una muta finestra, il passato alle spalle,
trovandomi tremante nella situazione più solita
consapevole di responsabilità non rametto sporco ne minestra di moneta
Romana
O cosa sarebbe!
Certo gli darei per capezzolo un Tacito di gomma
Per sonaglio un sacco di dischi rotti di Bach
Attaccherei Della Francesca intorno alla culla
Cucirei l'alfabeto greco sul suo bavaglino
E per il suo passeggero costruirei un Partenone senza tetto
No, non credo che sarei quel tipo di padre
niente campagna niente neve muta finestra
ma rovente puzzolente isterica New York City
sette piani di scale, scarafaggi e topi sui muri
una grassa moglie reichiana che strilla da sulle
patate Trovati un posto!
E cinque bambini mocciosi innamorati di Batman
E i vicini sdentati e forforosi
come quelle masse stracciate del 18° secolo
tutti che vogliono entrare a guardare la TV
Il padrone vuole l'affitto
Drogheria Gas Blue Cross & Electric Knights of Columbus
Impossibile sdraiarsi a sognare neve del Telefono, parcheggio fantasma -
No! Non devo sposarmi non devo sposarmi mai!
Ma - e Se fossi sposato a una bella donna sofisticata
alta e pallida in un vestito nero elegante e lunghi guanti neri
con un bocchino in una mano e un bicchiere nell'altra
e vivessimo in una penthouse con un'enorme finestra
da cui vedere tutta New York e anche oltre nelle giornate serene
No, non riesco a immaginarmi sposato a quel piacevole sogno prigione -
Ma e l'amore? Dimentico l'amore
non che sia incapace di amore
è solo che l'amore per me è strano come portare scarpe -
non ho mai voluto sposare una ragazza che
somigliasse a mia madre
E Ingrid Bergman mi è sempre stata impossibile
E forse adesso c'è una ragazza ma è già sposata
E non mi piacciono gli uomini e ...
ma ci deve essere qualcuno!
Perché se a 60 anni non sono sposato,
tutto solo in una camera ammobiliata con macchie di piscio nelle mutande
e tutti gli altri sposati! Tutto l'universo sposato all'infuori di me!
Ah, eppure so bene che se ci fosse una donna possibile come sono io possibile
allora il matrimonio sarebbe possibile -
Come LEI nel suo solitario fasto esotico aspetta l'amante egiziano
così aspetto io - privo di 2000 anni e del bagno della vita.

-Il Matrimonio- Gregory Corso

Freddo (parte prima)

francesco polidori
È arrivato!
Brrrrrrrrr, mi verrebbe da dire ma potrei sembrare infantile e anche se sembra essere diventato un’arma di seduzione fra queste nuove generazioni
Il Toy Boy per intenderci
Comunque sia chiaro, non vorrei mai dare l’impressione di essere infantile
Anche perché son sempre stato abbastanza maturo per la mia età
A sette anni davanti a tutta la scuola elementare del mio paese
“..ed è per questo motivo che non bisogna mangiare le cavallette salterine, anche se son loro ad entrare nella nostra stanza”
Subito osannato dalla maestra:
“Eh Francesco, tu sì che sei maturo per la tua età”
A 14 anni, davanti a tutta la scuola media del mio paese
“…ed è per questo motivo che non bisogna mangiare le cavallette salterine, anche se son loro ad entrare nella nostra stanza”
“Eh Francesco, tu sì che sei maturo per la tua età”
A 19 anni davanti a tutto il liceo scientifico del mio paese
“…ed è per questo motivo che non bisogna mangiare le cavallette salterine, anche se son loro ad entrare nella nostra stanza”
“Eh Francesco, tu sì che sei maturo per la tua età”
L’altro ieri davanti a tutta la mia università
“…ed è per questo motivo che non bisogna mangiare le cavallette salterine, anche se son loro ad entrare nella nostra stanza”
“Eh Francesco, tu sì che sei maturo per la tua età”

Eh già che maturità,
pronto per il matrimonio oserei

Matrimonio -Gregory Corso-

Devo sposarmi? Devo essere buono?
Far colpo vestito di velluto e cappuccio da Faust sulla ragazza che abita
accanto?
Portarla al cimitero invece che al cinema
dirle tutto sui lupi mannari vasche da bagno e clarinetti biforcuti
poi desiderarla e baciarla e tutti i preliminari
e lei che arriva solo fino a un certo punto e io capisco perché
e non mi arrabbio dicendo Devi sentire! E' bello sentire!
Invece la prendo fra le braccia mi appoggio a una vecchia tomba contora
e corteggio lei la notte intera le costellazioni nel cielo -
Quando mi presenta i suoi genitori
schiena diritta, capelli finalmente ravvivati,
strangolato da una cravatta,
devo sedere a ginocchia unite sul loro sofà da 3° grado
e non domandare Dov'è il bagno?
Come sentirmi se non come sono,
pensando spesso al sapone Flash Gordon -
O come deve essere orribile per un giovanotto
seduto davanti a una famiglia e la famiglia che pensa
Non l'abbiamo mai visto! Vuole la nostra Mary Lou!
Dopo il tè e i dolci fatti in casa mi chiedono Come ti guadagni la vita?
Devo dirglielo? Gli sarei simpatico dopo?
Direbbero Va bene sposatevi, perdiamo una figlia
ma guadagniamo un figlio -
E devo domandare allora Dov'è il bagno?
Dio, e il matrimonio! Tutta la famiglia e i suoi amici
e sol un pugno dei miei, tutti scrocconi e barbuti
che aspettano soltanto cibi e bevande -
E il prete! Mi guarda quasi mi masturbassi
nel chiedermi Vuoi questa donna come tua legittima sposa?
E io tremante che dire direi Torta Colla!
Bacio la sposa tutti quegli arrapati giù manate sulla schiena
E' tutta tua, ragazzo! Ah-ah-ah!
E nei loro occhi si vede qualche oscena luna di miele in atto -
Poi tutto quell'assurdo riso e lattine che sbattono e scarpe
Cascate del Niagara! Orde di noi! Mariti! Mogli! Cioccolatini!
Tutti che affollano alberghi accoglienti
Tutti a fare la stessa cosa stanotte
L'impiegato indifferente che sa cosa sta per succedere
Gli idioti nella hall che lo sanno
Il fattorino dell'ascensore che lo sa fischiettando
Il portiere ammiccante che lo sa
Tutti lo sanno! Mi vien quasi voglia di non far niente!
Stare alzato tutta la notte! Fissare negli occhi quell'impiegato d'albergo!
Gridando: Io nego la luna di miele! Io nego la luna di miele!
correndo aggressivo in quegli appartamenti quasi eccitati
urlando Pancia Radio! Zappa gatto!
Oh vivrei a Niagara per sempre! in una buia
caverna sotto le Cascate mi siederei il pazzo
Lunatoredimiele
e escogitar modi per rompere matrimoni,
fustigatore di bigamia santo del divorzio...

martedì 12 ottobre 2010

Chiedo scusa

francesco polidori
Chiedo scusa per l’assenza, ma ho avuto da fare, impegni, convegni, disegni, marchingegni indegni.

Ma quanto è difficile chiedere scusa, ci stavo pensando proprio in questi giorni.

io ti chiedo scusa


sarebbe bello sentirlo più spesso

ho sbagliato, scusami


è proprio un bel modo per iniziare un discorso, mettendo da parte ogni orgoglio, mettendoci per una volta la faccia, in balia delle reazioni altrui
abbiamo sempre paura di affidarci agli altri, di mettere sulla piazza i nostri sentimenti, di ricevere un NO, dimenticandoci anche di vivere.

Tra le tante cose che ci siamo detti addosso è l’unica cosa che abbiamo tralasciato, che ho tralasciato

ho sbagliato, scusami


Ti chiedo scusa allora, perché a te ci tengo e poi dai, è vero che ho sbagliato, hai ragione tu, come sempre, ma mica è stato così tanto grave

Del resto,
le cose che non si possono perdonare, sono altre.


UOMO DEL MIO TEMPO Salvatore Quasimodo 1935,
-purtroppo ancora attuale-

Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
Quando il fratello disse all’altro fratello:
«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
Salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.