lunedì 30 agosto 2010
Solo illusione
Ragionando su fallimenti passati, presenti e futuri ho pensato (eh già, non è da tutti)
ho pensato,
il grande male che affligge l’umanità non è la povertà o l’afa in Agosto, l’invasione delle locuste, le scarpe strette, la cellulite, cinta blu con vestito nero, la fame nel mondo o il mal di denti
NO
Tutti questi problemi impallidisco se messi a confronto con quello che sto per dire
Signore e signori, il grande male che affligge l’umanità è
la speranza
La speranza, pensateci bene, questa highlander,
l’ultima a morire…
sotto intendendo quindi che sopravvivrà alla vostra morte,
quella luce infondo al tunnel che ti fa rimanere fiducioso in attesa di un domani migliore che, mettete velo in testa, non verrà.
Pessimista io???
Realista semmai.
Ho deciso, non mi affiderò più alla speranza, basta, son finiti quei tempi
-Eh Francesco, speriamo che il prof non si accorga che ho copiato Mi dispiace Giacomo ma il professor Manipoli si accorgerà, hai copiato pure il numero della pagina
-Speriamo che Vittorio mi perdoni No, non ti può perdonare, gli hai messo sotto il cane perché di notte abbaiava, non ti può perdonare.
-Speriamo non piova tanto… …la chiamano stagione delle piogge…
Oh finalmente,
era ora,
vivrò sicuramente meglio
almeno lo spero…
Ecco appunto…
Canto III dell’Inferno, prime tre quartine , Dante Alighieri
Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l'etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.
Giustizia mosse il mio alto fattore;
fecemi la divina podestate,
la somma sapïenza e 'l primo amore.
Dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate'
…
lunedì 23 agosto 2010
…Scarta scarta…
Ricordate la canzone di Madonna
Holiday
Celebrate
If we took a holiday
Took some time to celebrate
Tarataaa
Tarataaa
Vabbè non continuo oltre che è meglio
Comunque me la sono presa, la vacanza intendo, non che sia poi così impegnato da aver bisogno di una vacanza ma alla fine fa sempre bene, staccare la spina, un po’ di relax, via dalla frenesia della vita moderna.
Peraltro è da tanto che non mi concedo più un viaggetto, sempre con la storia che i soldi son sempre pochi, ma come diceva mia nonna:
se c’ hai il tempo non hai soldi, quando avrai i soldi non avrai più il tempo…
e così, controllato che il mio conto non fosse in rosso ho preso il mio zainetto e sono partito, all’avventura, una settima con Valeria (una mia amica) in giro per l’Italia.
In un mercatino delle pulci (in realtà era una libreria però fa più figo)
Dicevo in un mercatino delle pulci ho trovato un libretto, una raccolta delle più belle poesie di Trilussa e mi son soffermato particolarmente su questa:
L'ingegno
L'Aquila disse ar Gatto: - Ormai sò celebre.
Cór nome e cò la fama che ciò io
me ne frego der monno: tutti l'ommini
sò ammiratori de l'ingegno mio! -
Er Gatto je rispose: - Nù ne dubbito.
Io, però, che frequento la cucina,
te posso dì che l'Omo ammira l'Aquila,
ma in fonno preferisce la Gallina...
Non tanto per la poesia in sé ma quanto perché nel secondo verso il verbo avere è scritto con l’accento e non con l’acca
E allora mi è tornata in mente mia nonna e un pomeriggio piovoso di ottobre sepolto ben bene nella mia memoria, quando il pomeriggio andavo da lei per fare i compiti e un giorno per spiegarmi il verbo avere mi disse che quando era piccola si poteva scrivere anche con l’accento finale
Non ho un soldo
Non ò un soldo
Tutto questo perché pochi giorni prima Valeria mi ha confidato di non essere più uscita con un ragazzo solo perché lo sventurato in un messaggio, ha sbagliato un tempo verbale
“Sono stato bene, spero che ti rivedo presto”
Ah se fosse viva mia nonna … con le sue ò accentate, son sicuro le direbbe
Eh cara Valeria sta attenta perché … scarta, scarta, ci rimane la carta
Che gran donna che era mia nonna, è a lei che dedico, con un sorriso, quest’altra poesia del poeta romano
L'onestà de mi' nonna
Quanno che nonna mia pijò marito
nun fece mica come tante e tante
che doppo un po' se troveno l'amante...
Lei, in cinquant'anni, nu' l'ha mai tradito!
Dice che un giorno un vecchio impreciuttito
che je voleva fa' lo spasimante
je disse: - V'arigalo 'sto brillante
se venite a pijavvelo in un sito. -
Un'antra, ar posto suo, come succede,
j'avrebbe detto subbito: - So' pronta.
Ma nonna, ch'era onesta, nun ciagnede;
anzi je disse: - Stattene lontano... -
Tanto ch'adesso, quanno l'aricconta,
ancora ce se mozzica le mano!
giovedì 5 agosto 2010
Eh come passa il tempo…
Sapete qual era la ma poesia preferita quando ero pischelletto?!
M’illumino d’immenso di Ungaretti
Compiti per le vacanze:
• Scrivi un pensierino sulle vacanze
• Fare esercizi di matematica dal 5 al 27 a pagina 87 del sussidiario
• Imparare una poesia a memoria tra quelle studiate durante l’anno
Hai fatto i compiti Francesco?
Sì, Signora maestra (anche se quando andavo a scuola io non si diceva signora maestra)
Tutti?
Sì, Signora maestra
Bene, vediamo la poesia allora…
Come poesia ho imparato
M’illumino d’Immenso di Giuseppe Ungaretti
-M’illumino d’immenso-
Risata generale
Come cambiano le cose,
chi l’avrebbe mai detto che sarei diventato un amante dei versi???
Ed è proprio al cambiamento che voglio dedicare questa bellissima poesia di Martha Medeiros che erroneamente si attribuisce, da anni, a Neruda
Lentamente muore
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.
lunedì 2 agosto 2010
Coincidenze
Allora eravamo rimasti a Leopardi, giusto?!
Ecco come stato d’animo ancora sono lì, nella tempesta
Allora mi sono detto
Francesco (con tono risoluto)
Francesco appunto,
c’è solo un libro che può fare al caso tuo,
prendilo (stessa intonazione)
visivamente sapevo anche a che punto della libreria poteva essere, mi capita spesso quando passo lì davanti di guardarlo,
lo guardo e mi sento più sereno,
un punto fermo nella mia vita
quel libro dalla copertina rossa
I fiori del male
C’è una risposta a tutto lì dentro
Se hai una domanda che ti gira in testa chiedi a Charles (Baudelaire) lui saprà come aiutarti
Francesco, prendilo.
Mi arrampico, lo prendo e lo apro, una pagina a caso per ora mi dico, poi vedrò meglio poi, e cosa esce???
Scolorito e scialbo quel piccolo papavero che mi avevi regalato per il mio compleanno,
in realtà non era nemmeno il mio compleanno
mi sembrava brutto dirti: “beh veramente è stato la settimana scorsa” quando sei venuta a tirarmi le orecchie
così son stato zitto e infondo l’ho apprezzato, come vedi sapevo anche bene dove metterlo
Il fiore del male
Va beh comunque, ritornando a me e a Leopardi e alla tempesta, vedendo quel fiore d’improvviso la folgorazione:
Ma si può aspettare in eterno una persona che non ti vuole?!
Dopo di un po’ che ti struggi e ti disperi BASTA
Basta un po’… eh dai sei ridicolo
Che poi alla fine queste persone che ci fan perdere la testa non sono mai reali,
semplicemente le idealizziamo,
Sì, sì, ho deciso:
Basta.
Alla tua salute,
Il veleno
C Baudelaire:
Il vino sa rivestire il più sordido tugurio
d'un lusso miracoloso
e innalza portici favolosi
nell'oro del suo rosso vapore,
come un tramonto in un cielo annuvolato.
L'oppio ingrandisce le cose che già non hanno limite,
allunga l'infinito,
approfondisce il tempo, scava nella voluttà
e riempie l'anima al di là delle sue capacità
di neri e cupi piaceri.
Ma tutto ciò non vale il veleno che sgorga
dai tuoi occhi, dai tuoi occhi verdi,
laghi in cui la mia anima trema specchiandovisi rovesciata...
I miei sogni accorrono
a dissetarsi a quegli amari abissi.
Tutto questo non vale il terribile prodigio
della tua saliva che morde,
che sprofonda nell'oblio la mia anima senza rimorso,
e trasportando la vertigine,
la rotola estinta alle rive della morte!
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