lunedì 6 dicembre 2010

Per una volta che mi alzo presto la mattina

Francesco Polidori
Sai quando si dice, non è bella ma è simpatica?!
Ecco lei nemmeno quello,
non è bella, punto.

Ti guarda dai suoi occhialini tondi, piccoli per tutta quella faccia
e poi quella voce,

“Polidori s’è scordato di mettere il modulo C, non posso approvare la sua domanda”

“Veramente il modulo C l’ho messo”

“Sì ma non gli ha allegato il modulo C-11RZ che poteva comodamente scaricare online, ovviamente però doveva conoscere la password, la conosce la password vero?

“No”

“Polidori, è molto semplice, la password gliela avrebbe sussurrata un commerciante che ha la bancarella al mercato di porta de fiori a Roma, la quarta da sinistra partendo dalla terza pietra, perfettamente tonda, dopo che lei gli ha comunicato la parola segreta, saprà qual è la parola segreta no?!… insomma, il modulo C senza l’allegato 11RZ non vale niente, anzi, meglio se non mi avesse portato nulla, adesso deve pagare una mora perché ha compilato male il modulo per la domanda che non le posso approvare, sempre se lo rivuole, allora la rivuole fare o no, sta domada?!”

“Ma veramente io volevo solo…”

“Eh veramente, veramente, ma io mica son qui per lei, sta pure intralciando la fila, comunque questo è l’ID”

“Ah l’ID per il modulo 11RZ?”

“Nooooo, Polidori la prego non mi faccia perder tempo, l’ID per scaricare il bollettino”

“Ma il bollettino per cosa?!”

“Per pagare la mora, la password invece la può ricevere andando dal benzinaio… “

“Senta lasci perdere, non la voglio più fare sta domanda, lasciamo stare così”

“Ah allora deve riempire il modulo di disdetta che può trovare…”

“No basta, come non detto, torno a dormire che è meglio”

Poesia per il buon risveglio (ovvero il manifesto sull’imbroglio del sabato mattina)
Ivan (avanguardia di poesia di strada e assalto poetico)


che mi spiace un pochino, m’in fondo non troppo
star ora adesso
in questa mia notte profonda sprofondata di schiamazzi
in questa mattina che stringi domani sonno a vampate
pisolato oltre me stesso a crescere una rosa di legno
in un sogno dove vendo semi al nettare di regina
tessendo pane e speranza per i pellegrini di Saturno.
che un pochino sorrido, ma di certo non sganascio
star di certo qui
in questo mio attimo palpito di buio ferito dai fari
in questa foschia densa come la rugiada che sbuffi con lo sguardo
stritolato morbidamente moribondo dall’abbraccio tenero del letto
al pensiero di me giocoliere che lego gl’attimi a distanza d’una notte
mentre tu t’accendi sole e quindi mattina fresca.
il mattino ha l’oro in bocca
su bene diritti con quella schiena
‘n, due, tre pedalare su
forza signorina che si fa tardi
ma che noi non si farà tardi mai
non se c’importa il cammino e non l’attimo
mostraglielo coi denti Anna incanto
che tu a nanna saresti restata volentieri
ch’è un imbroglio la scuola
al sabato mattina


martedì 26 ottobre 2010

Freddo (parte seconda)

francesco polidori
...dov'ero rimasto?! Ah già, la maturità, il matrimonio...

...Ma devo sposarmi essere buono
Che bello sarebbe tornare a casa da lei
e sedermi vicino al fuoco mentre lei in cucina
col grembiule giovane e bella vuole un mio figlio
e così felice per me da far bruciare il roast-beef
e viene a piangere da me e io mi alzo dalla grande sedia di padre
e dico Denti Natale! Cervelli radiosi! Mela sorda!
Dio che marito sarei! Si, devo sposarmi!
Tanto da fare! Per esempio entrare in casa di Mr. Jones a tarda notte e
coprirgli le mazze da golf di libri norvegesi
1920
O appendere una foto di Rimbaud alla falciatrice
o incollare francobolli di Tannu Tuva su tutto lo steccato di cinta
o quando viene la Signora Kindhead per la colletta del Fondo della Comunità
afferrarla e dirle. Ci sono presagi sinistri nel cielo!
E quando il sindaco viene a chiedermi il voto dirgli
Quando li farai smettere di uccider balene!
E quando viene il lattaio lasciargli un appunto nella bottiglia
Polvere di pinguino, portami polvere di pinguino, voglio polvere di
pinguino -
Eppure se dovessi sposarmi e fosse il Connecticut e la neve
e lei partorisse un bambino e io non potessi dormire, esausto,
in piedi la notte, il capo su una muta finestra, il passato alle spalle,
trovandomi tremante nella situazione più solita
consapevole di responsabilità non rametto sporco ne minestra di moneta
Romana
O cosa sarebbe!
Certo gli darei per capezzolo un Tacito di gomma
Per sonaglio un sacco di dischi rotti di Bach
Attaccherei Della Francesca intorno alla culla
Cucirei l'alfabeto greco sul suo bavaglino
E per il suo passeggero costruirei un Partenone senza tetto
No, non credo che sarei quel tipo di padre
niente campagna niente neve muta finestra
ma rovente puzzolente isterica New York City
sette piani di scale, scarafaggi e topi sui muri
una grassa moglie reichiana che strilla da sulle
patate Trovati un posto!
E cinque bambini mocciosi innamorati di Batman
E i vicini sdentati e forforosi
come quelle masse stracciate del 18° secolo
tutti che vogliono entrare a guardare la TV
Il padrone vuole l'affitto
Drogheria Gas Blue Cross & Electric Knights of Columbus
Impossibile sdraiarsi a sognare neve del Telefono, parcheggio fantasma -
No! Non devo sposarmi non devo sposarmi mai!
Ma - e Se fossi sposato a una bella donna sofisticata
alta e pallida in un vestito nero elegante e lunghi guanti neri
con un bocchino in una mano e un bicchiere nell'altra
e vivessimo in una penthouse con un'enorme finestra
da cui vedere tutta New York e anche oltre nelle giornate serene
No, non riesco a immaginarmi sposato a quel piacevole sogno prigione -
Ma e l'amore? Dimentico l'amore
non che sia incapace di amore
è solo che l'amore per me è strano come portare scarpe -
non ho mai voluto sposare una ragazza che
somigliasse a mia madre
E Ingrid Bergman mi è sempre stata impossibile
E forse adesso c'è una ragazza ma è già sposata
E non mi piacciono gli uomini e ...
ma ci deve essere qualcuno!
Perché se a 60 anni non sono sposato,
tutto solo in una camera ammobiliata con macchie di piscio nelle mutande
e tutti gli altri sposati! Tutto l'universo sposato all'infuori di me!
Ah, eppure so bene che se ci fosse una donna possibile come sono io possibile
allora il matrimonio sarebbe possibile -
Come LEI nel suo solitario fasto esotico aspetta l'amante egiziano
così aspetto io - privo di 2000 anni e del bagno della vita.

-Il Matrimonio- Gregory Corso

Freddo (parte prima)

francesco polidori
È arrivato!
Brrrrrrrrr, mi verrebbe da dire ma potrei sembrare infantile e anche se sembra essere diventato un’arma di seduzione fra queste nuove generazioni
Il Toy Boy per intenderci
Comunque sia chiaro, non vorrei mai dare l’impressione di essere infantile
Anche perché son sempre stato abbastanza maturo per la mia età
A sette anni davanti a tutta la scuola elementare del mio paese
“..ed è per questo motivo che non bisogna mangiare le cavallette salterine, anche se son loro ad entrare nella nostra stanza”
Subito osannato dalla maestra:
“Eh Francesco, tu sì che sei maturo per la tua età”
A 14 anni, davanti a tutta la scuola media del mio paese
“…ed è per questo motivo che non bisogna mangiare le cavallette salterine, anche se son loro ad entrare nella nostra stanza”
“Eh Francesco, tu sì che sei maturo per la tua età”
A 19 anni davanti a tutto il liceo scientifico del mio paese
“…ed è per questo motivo che non bisogna mangiare le cavallette salterine, anche se son loro ad entrare nella nostra stanza”
“Eh Francesco, tu sì che sei maturo per la tua età”
L’altro ieri davanti a tutta la mia università
“…ed è per questo motivo che non bisogna mangiare le cavallette salterine, anche se son loro ad entrare nella nostra stanza”
“Eh Francesco, tu sì che sei maturo per la tua età”

Eh già che maturità,
pronto per il matrimonio oserei

Matrimonio -Gregory Corso-

Devo sposarmi? Devo essere buono?
Far colpo vestito di velluto e cappuccio da Faust sulla ragazza che abita
accanto?
Portarla al cimitero invece che al cinema
dirle tutto sui lupi mannari vasche da bagno e clarinetti biforcuti
poi desiderarla e baciarla e tutti i preliminari
e lei che arriva solo fino a un certo punto e io capisco perché
e non mi arrabbio dicendo Devi sentire! E' bello sentire!
Invece la prendo fra le braccia mi appoggio a una vecchia tomba contora
e corteggio lei la notte intera le costellazioni nel cielo -
Quando mi presenta i suoi genitori
schiena diritta, capelli finalmente ravvivati,
strangolato da una cravatta,
devo sedere a ginocchia unite sul loro sofà da 3° grado
e non domandare Dov'è il bagno?
Come sentirmi se non come sono,
pensando spesso al sapone Flash Gordon -
O come deve essere orribile per un giovanotto
seduto davanti a una famiglia e la famiglia che pensa
Non l'abbiamo mai visto! Vuole la nostra Mary Lou!
Dopo il tè e i dolci fatti in casa mi chiedono Come ti guadagni la vita?
Devo dirglielo? Gli sarei simpatico dopo?
Direbbero Va bene sposatevi, perdiamo una figlia
ma guadagniamo un figlio -
E devo domandare allora Dov'è il bagno?
Dio, e il matrimonio! Tutta la famiglia e i suoi amici
e sol un pugno dei miei, tutti scrocconi e barbuti
che aspettano soltanto cibi e bevande -
E il prete! Mi guarda quasi mi masturbassi
nel chiedermi Vuoi questa donna come tua legittima sposa?
E io tremante che dire direi Torta Colla!
Bacio la sposa tutti quegli arrapati giù manate sulla schiena
E' tutta tua, ragazzo! Ah-ah-ah!
E nei loro occhi si vede qualche oscena luna di miele in atto -
Poi tutto quell'assurdo riso e lattine che sbattono e scarpe
Cascate del Niagara! Orde di noi! Mariti! Mogli! Cioccolatini!
Tutti che affollano alberghi accoglienti
Tutti a fare la stessa cosa stanotte
L'impiegato indifferente che sa cosa sta per succedere
Gli idioti nella hall che lo sanno
Il fattorino dell'ascensore che lo sa fischiettando
Il portiere ammiccante che lo sa
Tutti lo sanno! Mi vien quasi voglia di non far niente!
Stare alzato tutta la notte! Fissare negli occhi quell'impiegato d'albergo!
Gridando: Io nego la luna di miele! Io nego la luna di miele!
correndo aggressivo in quegli appartamenti quasi eccitati
urlando Pancia Radio! Zappa gatto!
Oh vivrei a Niagara per sempre! in una buia
caverna sotto le Cascate mi siederei il pazzo
Lunatoredimiele
e escogitar modi per rompere matrimoni,
fustigatore di bigamia santo del divorzio...

martedì 12 ottobre 2010

Chiedo scusa

francesco polidori
Chiedo scusa per l’assenza, ma ho avuto da fare, impegni, convegni, disegni, marchingegni indegni.

Ma quanto è difficile chiedere scusa, ci stavo pensando proprio in questi giorni.

io ti chiedo scusa


sarebbe bello sentirlo più spesso

ho sbagliato, scusami


è proprio un bel modo per iniziare un discorso, mettendo da parte ogni orgoglio, mettendoci per una volta la faccia, in balia delle reazioni altrui
abbiamo sempre paura di affidarci agli altri, di mettere sulla piazza i nostri sentimenti, di ricevere un NO, dimenticandoci anche di vivere.

Tra le tante cose che ci siamo detti addosso è l’unica cosa che abbiamo tralasciato, che ho tralasciato

ho sbagliato, scusami


Ti chiedo scusa allora, perché a te ci tengo e poi dai, è vero che ho sbagliato, hai ragione tu, come sempre, ma mica è stato così tanto grave

Del resto,
le cose che non si possono perdonare, sono altre.


UOMO DEL MIO TEMPO Salvatore Quasimodo 1935,
-purtroppo ancora attuale-

Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
Quando il fratello disse all’altro fratello:
«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
Salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

lunedì 20 settembre 2010

Boom, WooooooooshhhhhhhhhooooooooooW, booM

francesco polidori
Ci sono dei suoni che il nostro cervello è in grado di interpretare all’istante
Segnali di pericolo che riescono a toccare la nostra parte più ancestrale,

Ninoninonino= ambulanza
Bang= uno sparo
Boom= un’esplosione
CRAASHH= forchetta che stride sul piatto
SLAM= una porta chiusa con violenza
THWOK= quando una cosa sbatte con qualcos’altro

è il cosmo che vuol mettersi in contatto con noi, vuole comunicare

SCKREEECH= frenata brusca
SCRASH= qualcosa che si spezza
SBRANGL= sparo di cannone

Segnali che hanno impedito la nostra estinzione

CRAASHH= forchetta che stride sul piatto
SLAM= una porta chiusa con violenza
Francesco, se non metti a posto la stanza, ti meno= mio padre

Ecco allora che noi, esseri pensanti, corriamo ai ripari:
compriamo ombrelli
stiamo attenti a non farci investire dalle ambulanza
indossiamo giubbotti antiproiettili
…mettiamo a posto la nostra stanza.

Così proprio ieri ho cominciato con la mia, che faticaccia, quante le cose che con gli anni si accumulano
Fotografie, bigliettini, auguri, quante le parole scritte, frammenti di vita, quanti ricordi sepolti solo in apparenza, quante le cose che cambiano senza farsi notare

Il Passato Emily Dickinson

E' una curiosa creatura il passato
Ed a guardarlo in viso
Si può approdare all'estasi
O alla disperazione.
Se qualcuno l'incontra disarmato,
Presto, gli grido, fuggi!
Quelle sue munizioni arrugginite
Possono ancora uccidere!

martedì 14 settembre 2010

Un corpo immerso in un fluido

francesco polidoriEsame di Fisica a breve, meglio studiare.
Un corpo immerso in un fluido riceve una spinta verticale di intensità pari al peso di una massa di fluido di forma e volume uguale a quella parte immersa del corpo, insomma GALLEGGIA.

Penso che Archimede sia diventato così famoso e rispettato solo ed esclusivamente perché sulla sua strada non ha incontrato me, perché io, caro il mio Archimede, affondo.

-No, no, non mettere giù i piedi
-Ma se non metto giù i piedi bevo
-Ma no ma no, macchè bevi, ecco, ecco così
-Koff Koff… Kofffffffff (che per chi non lo sapesse indica una tosse e/o soffocamento nei fumetti)
-E vabbé ma Francesco, dai muovi quelle braccia, oppure no, sta fermo! Prova a fare il morto, Ecco bravo, bravo, fa il morto, Francesco…Francesco… Francescoooooooooooo

(Forse ero entrato troppo nella parte, ma io quando faccio una cosa la faccio per bene, mica come quell’Archimede)

Mi mette in crisi pure una pozzanghera, se voi comuni mortali le evitate per preservarvi le scarpe , io le evito per paura di annegarci, c’è chi ha paura dell’altezza, chi del vuoto, chi dei peluches, conoscevo un tale, per esempio, che aveva il terrore di questi animaletti di pezza, quella sì che era una paura invalidante, perché uno di solito non ci fa caso, ma questi peluches son proprio dappertutto, appena ti giri, ecco un orsetto, una paperetta, un pinguino… ecco i pinguini poi son proprio ovunque!
Comunque sia, tornando a noi, meglio che vada a studiare se no oltre a rendermi ridicolo al mare, provate ad immaginarmi: un ragazzone terrorizzato con indosso maschera, boccaglio, giubbotto salvagente e, per stare più tranquillo, bracciolini, che tra le altre cose non so se sapete ma sono veramente molto difficili da trovare,
per adulti,
questa spinta d’Archimede si abbatterà ancora una volta su di me lasciandomi lì,
per sempre,
tramortito.

La fontana malata Aldo Palazzeschi

Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
clocchette,
chchch......
E' giu',
nel cortile,
la povera
fontana
malata;
che spasimo!
sentirla
tossire.
Tossisce,
tossisce,
un poco
si tace....
di nuovo.
tossisce.
Mia povera
fontana,
il male
che hai
il cuore
mi preme.
Si tace,
non getta
piu' nulla.
Si tace,
non s'ode
rumore
di sorta
che forse...
che forse
sia morta?
Orrore
Ah! no.
Rieccola,
ancora
tossisce,
Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
chchch....
La tisi
l' uccide.
Dio santo,
quel suo
eterno
tossire
mi fa
morire,
un poco
va bene,
ma tanto....
Che lagno!
Ma Habel!
Vittoria!
Andate,
correte,
chiudete
la fonte,
mi uccide
quel suo
eterno tossire!
Andate,
mettete
qualcosa
per farla
finire,
magari...
magari
morire.
Madonna!
Gesù!
Non più!
Non più.
Mia povera
fontana,
col male
che hai,
finisci
vedrai,
che uccidi
me pure.
Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
clocchete,
chchch...

mercoledì 8 settembre 2010

IPER SUPER STRA MEGA POSITIVO

francesco polidori
Oggi mi sento ipersuperstramegapositivo
Ripetete con me
IPERSUPERSTRAMEGAPOSITIVO
…finalmente,
perché nella vita bisogna essere ipersuperstramegapositivi
infondo è solo una questione di atteggiamento
ipersuperstramegapositivo
Ti rubano la macchina?!
ipersuperstramegapositivo
Ti lasciano sull’altare?!
Ipersuperstramegapositivo
Sfratto esecutivo?!
ipersuperstramegapositivo
macchiolina sospetta sulla pelle che non sai cos’è?!
Ipersuperstramegapositivo
I Maya hanno preannunciato la fine di tutto ciò che conosci per il 2012?!
Ipersuperstramegapositivo
I Maya non hanno mai sbagliato una predizione?!
Ipersuperstramegapositivo
Già funziona
Ipersuperstramegapositivo
Mi sento decisamente più sereno
ipersuperstramegapositivo

“io penso che siamo alle soglie di una catastrofe economica e sociale senza confine. Questa è sempre più vicina” . Edoardo Sanguineti

Epilogo, ovvero sonetto

posso anche, caro mio, chiudere in versi
spiegando che si illude, per sedurre
(e molto ci si illude) con diversi
accorgimenti: vedi che ridurre
a tutto si può un niente (con perversi,
come noi, poliformi) onde condurre
il tutto a un niente (e qui, bene conversi
e convertìti, è possibile addurre
esempi, i favorevoli, gli avversi,
senza fine, onde, quindi, indurre e abdurre
abducendo, inducendo, i presi, i persi
che noi saremo: e aiuto, occurre, accurre!)
lunga è la storia, e me, qui, mi congedo:
io ho detto e molto e poco, forse, credo.

venerdì 3 settembre 2010

I fiori di Bach

francesco polidori
Non so proprio come fare, intorno a me sempre persone pronte a darti consigli
Ma non è meglio sbagliare da soli, dico io ?!
E invece no, tutti quanti intorno a dirti, dovresti, potresti, perché non fai…
Mi dicono:
Prova con i fiori di Bach
Mi dicono:
Prova con la valeriana
Mi dicono:
Prova con il Buddismo contemplativo dei fenicotteri rosa
Mi dicono:
Sai che dovresti fare???
Sai con chi dovresti parlare???
Ma no, ma no, ma sbagli a far così
Perché non ti rivolgi a, ho sentito che…
Mi dicono:
Ho io la soluzione per
Ma no, ma no, ma fa così che è più semplice, facile, agile
E io mi chiedo:
Ma quand’è che t’ho mai chiesto qualcosa?
Quand’è che hai pensato che avessi bisogno di un consiglio?
Quale muscolo del mio corpo ti ha fatto credere che avessi bisogno di una mano, forse un’alzata di sopracciglio, un’ aggrottata di fronte?
Quando?
Lo so, è vero, ho un caratteraccio, forse dovrei cambiare
Forse avete ragione tutti quanti
Forse …
Magari dovrei stare a sentire chi c’è passato prima di me, forse dovrei …
Non lo so, non so proprio più che fare…

Qualche consiglio???

Accetta il consiglio versione di Manlio Sgalambro

Vi voglio rifilare un paio di buoni consigli.
Godete del potere e della bellezza della vostra gioventù senza pensarci.
Oppure pensateci (tanto è lo stesso).
Se ci pensate troppo scompaiono subito.
Bellezza e gioventù le capirete solo una volta appassite,
Dicono i saggi. Ma non vi illudete troppo.
Tra vent’anni guarderete le vostre vecchie foto come dei santini:
le adorerete in ginocchio.
Quante possibilità avevate e che aspetto magnifico,
Non eravate per niente grassi come vi sembrava.
Niente pancie. Ma questo è il consiglio:
la pancia non esclude l’erotismo.
Guardate Socrate: pancione e grande amatore.
Non preoccupatevi del futuro,
oppure preoccupatevene, fate voi.
Fate una cosa quando siete spaventati. Cantate.
Il canto è esistenza.
Non siate crudeli oppure siatelo ma solo un pochino.
Lavatevi bene i denti! Pulite, strigliate il vostro corpo...
Non perdete tempo con l’invidia...
I Greci però l’apprezzavano
e la attribuivano anche agli Dei: tenetene conto.
Guardate con terrore la ragazza accanto:
un giorno potrebbe essere vostra moglie.
E voi ragazze guardate con orrore
quel giovanottone che siede accanto a voi:
un giorno potrebbe essere vostro marito!
Ricordate tutti i complimenti che ricevete.
Scordate gli insulti ma non tutti.
Conservate quello che vi è piaciuto di più.
Conservate le vecchie lettere d’amore. Che ridere!
Non sentitevi in colpa se non sapete cosa fare della vostra vita.
Le persone più interessanti che conosco,
a ventidue anni non sapevano che fare della propria.
Ma anche dopo.
Forse vi sposerete, forse no.
Ma se non vi sposerete non potete divorziare: pensateci.
Godetevi il vostro corpo, usatelo in tutti i modi che desiderate.
Si, anche in quello...
Ballate!
Anche se il solo posto che avete per farlo
è il soggiorno di casa vostra.
Leggete "Così parlò Zarathustra"
ma tappategli prima la bocca.
Anche lui dà consigli. O lui o me.
Leggete ogni genere di istruzioni ma non eseguitele.
Fatelo con i medicinali: prima buttate le istruzioni,
poi i medicinali.
Cercate di conoscere bene i vostri genitori.
Non potete sapere quando se ne andranno... (finalmente!)
Datevi da fare per colmare le distanze geografiche
e gli stili di vita.
Vivete a Canicattì ma lasciatela prima che vi indurisca.
Vivete a ............
ma lasciatela prima che vi rammollisca.
Siate cauti nell’accettare consigli,
e pazienti con chi li dispensa.
Accettate quest’ultimo consiglio:
non accettate mai consigli.

lunedì 30 agosto 2010

Solo illusione

francesco polidori
Ragionando su fallimenti passati, presenti e futuri ho pensato (eh già, non è da tutti)
ho pensato,
il grande male che affligge l’umanità non è la povertà o l’afa in Agosto, l’invasione delle locuste, le scarpe strette, la cellulite, cinta blu con vestito nero, la fame nel mondo o il mal di denti

NO

Tutti questi problemi impallidisco se messi a confronto con quello che sto per dire

Signore e signori, il grande male che affligge l’umanità è

la speranza

La speranza, pensateci bene, questa highlander,
l’ultima a morire…
sotto intendendo quindi che sopravvivrà alla vostra morte,
quella luce infondo al tunnel che ti fa rimanere fiducioso in attesa di un domani migliore che, mettete velo in testa, non verrà.
Pessimista io???

Realista semmai.

Ho deciso, non mi affiderò più alla speranza, basta, son finiti quei tempi
-Eh Francesco, speriamo che il prof non si accorga che ho copiato Mi dispiace Giacomo ma il professor Manipoli si accorgerà, hai copiato pure il numero della pagina
-Speriamo che Vittorio mi perdoni No, non ti può perdonare, gli hai messo sotto il cane perché di notte abbaiava, non ti può perdonare.

-Speriamo non piova tanto… …la chiamano stagione delle piogge…

Oh finalmente,
era ora,
vivrò sicuramente meglio
almeno lo spero…
Ecco appunto…

Canto III dell’Inferno, prime tre quartine , Dante Alighieri

Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l'etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.

Giustizia mosse il mio alto fattore;
fecemi la divina podestate,
la somma sapïenza e 'l primo amore.

Dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate'

lunedì 23 agosto 2010

…Scarta scarta…

francesco polidori


Ricordate la canzone di Madonna
Holiday
Celebrate
If we took a holiday
Took some time to celebrate
Tarataaa
Tarataaa
Vabbè non continuo oltre che è meglio
Comunque me la sono presa, la vacanza intendo, non che sia poi così impegnato da aver bisogno di una vacanza ma alla fine fa sempre bene, staccare la spina, un po’ di relax, via dalla frenesia della vita moderna.
Peraltro è da tanto che non mi concedo più un viaggetto, sempre con la storia che i soldi son sempre pochi, ma come diceva mia nonna:
se c’ hai il tempo non hai soldi, quando avrai i soldi non avrai più il tempo…
e così, controllato che il mio conto non fosse in rosso ho preso il mio zainetto e sono partito, all’avventura, una settima con Valeria (una mia amica) in giro per l’Italia.
In un mercatino delle pulci (in realtà era una libreria però fa più figo)
Dicevo in un mercatino delle pulci ho trovato un libretto, una raccolta delle più belle poesie di Trilussa e mi son soffermato particolarmente su questa:
L'ingegno
L'Aquila disse ar Gatto: - Ormai sò celebre.
Cór nome e cò la fama che ciò io
me ne frego der monno: tutti l'ommini
sò ammiratori de l'ingegno mio! -

Er Gatto je rispose: - Nù ne dubbito.
Io, però, che frequento la cucina,
te posso dì che l'Omo ammira l'Aquila,
ma in fonno preferisce la Gallina...

Non tanto per la poesia in sé ma quanto perché nel secondo verso il verbo avere è scritto con l’accento e non con l’acca
E allora mi è tornata in mente mia nonna e un pomeriggio piovoso di ottobre sepolto ben bene nella mia memoria, quando il pomeriggio andavo da lei per fare i compiti e un giorno per spiegarmi il verbo avere mi disse che quando era piccola si poteva scrivere anche con l’accento finale
Non ho un soldo
Non ò un soldo
Tutto questo perché pochi giorni prima Valeria mi ha confidato di non essere più uscita con un ragazzo solo perché lo sventurato in un messaggio, ha sbagliato un tempo verbale
“Sono stato bene, spero che ti rivedo presto”
Ah se fosse viva mia nonna … con le sue ò accentate, son sicuro le direbbe
Eh cara Valeria sta attenta perché … scarta, scarta, ci rimane la carta
Che gran donna che era mia nonna, è a lei che dedico, con un sorriso, quest’altra poesia del poeta romano

L'onestà de mi' nonna
Quanno che nonna mia pijò marito
nun fece mica come tante e tante
che doppo un po' se troveno l'amante...
Lei, in cinquant'anni, nu' l'ha mai tradito!

Dice che un giorno un vecchio impreciuttito
che je voleva fa' lo spasimante
je disse: - V'arigalo 'sto brillante
se venite a pijavvelo in un sito. -

Un'antra, ar posto suo, come succede,
j'avrebbe detto subbito: - So' pronta.
Ma nonna, ch'era onesta, nun ciagnede;

anzi je disse: - Stattene lontano... -
Tanto ch'adesso, quanno l'aricconta,
ancora ce se mozzica le mano!

giovedì 5 agosto 2010

Eh come passa il tempo…

francesco polidori



Sapete qual era la ma poesia preferita quando ero pischelletto?!
M’illumino d’immenso di Ungaretti
Compiti per le vacanze:
• Scrivi un pensierino sulle vacanze
• Fare esercizi di matematica dal 5 al 27 a pagina 87 del sussidiario
• Imparare una poesia a memoria tra quelle studiate durante l’anno
Hai fatto i compiti Francesco?
Sì, Signora maestra (anche se quando andavo a scuola io non si diceva signora maestra)
Tutti?
Sì, Signora maestra
Bene, vediamo la poesia allora…
Come poesia ho imparato
M’illumino d’Immenso di Giuseppe Ungaretti
-M’illumino d’immenso-
Risata generale

Come cambiano le cose,
chi l’avrebbe mai detto che sarei diventato un amante dei versi???
Ed è proprio al cambiamento che voglio dedicare questa bellissima poesia di Martha Medeiros che erroneamente si attribuisce, da anni, a Neruda

Lentamente muore

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.

lunedì 2 agosto 2010

Coincidenze

francesco polidori
Allora eravamo rimasti a Leopardi, giusto?!
Ecco come stato d’animo ancora sono lì, nella tempesta
Allora mi sono detto
Francesco (con tono risoluto)
Francesco appunto,
c’è solo un libro che può fare al caso tuo,
prendilo (stessa intonazione)
visivamente sapevo anche a che punto della libreria poteva essere, mi capita spesso quando passo lì davanti di guardarlo,
lo guardo e mi sento più sereno,
un punto fermo nella mia vita
quel libro dalla copertina rossa
I fiori del male
C’è una risposta a tutto lì dentro
Se hai una domanda che ti gira in testa chiedi a Charles (Baudelaire) lui saprà come aiutarti
Francesco, prendilo.
Mi arrampico, lo prendo e lo apro, una pagina a caso per ora mi dico, poi vedrò meglio poi, e cosa esce???
Scolorito e scialbo quel piccolo papavero che mi avevi regalato per il mio compleanno,
in realtà non era nemmeno il mio compleanno
mi sembrava brutto dirti: “beh veramente è stato la settimana scorsa” quando sei venuta a tirarmi le orecchie
così son stato zitto e infondo l’ho apprezzato, come vedi sapevo anche bene dove metterlo
Il fiore del male
Va beh comunque, ritornando a me e a Leopardi e alla tempesta, vedendo quel fiore d’improvviso la folgorazione:
Ma si può aspettare in eterno una persona che non ti vuole?!
Dopo di un po’ che ti struggi e ti disperi BASTA
Basta un po’… eh dai sei ridicolo
Che poi alla fine queste persone che ci fan perdere la testa non sono mai reali,
semplicemente le idealizziamo,
Sì, sì, ho deciso:
Basta.
Alla tua salute,

Il veleno
C Baudelaire:
Il vino sa rivestire il più sordido tugurio
d'un lusso miracoloso
e innalza portici favolosi
nell'oro del suo rosso vapore,
come un tramonto in un cielo annuvolato.
L'oppio ingrandisce le cose che già non hanno limite,
allunga l'infinito,
approfondisce il tempo, scava nella voluttà
e riempie l'anima al di là delle sue capacità
di neri e cupi piaceri.
Ma tutto ciò non vale il veleno che sgorga
dai tuoi occhi, dai tuoi occhi verdi,
laghi in cui la mia anima trema specchiandovisi rovesciata...
I miei sogni accorrono
a dissetarsi a quegli amari abissi.
Tutto questo non vale il terribile prodigio
della tua saliva che morde,
che sprofonda nell'oblio la mia anima senza rimorso,
e trasportando la vertigine,
la rotola estinta alle rive della morte!

lunedì 26 luglio 2010

La voglia di pioggia

Voli pindarici che non vi sto a spiegare, mi fanno venire in mente Leopardi,
sfigatello, brutto, perdutamente innamorato di sta Silvia(che a quanto sembra non era nemmeno un granché) la quale ovviamente non ricambiava, oppresso dai genitori e un filo, ma proprio un filo pessimista
e di Leopardi mi è sempre piaciuta molto
“La quiete dopo la tempesta”
Passata è la tempesta diceva,
ma si capiva che infondo non era così,
perché Leopardi nella tempesta ci sguazzava, non vedeva l'ora di cullarsi, nella tempesta!!!
Perciò voglio dedicare a lui e a quanti si trovano nella nostra stessa situazione quella che secondo me è una fra le più bella canzoni mai state scritte
Le Nuvole,
di Fabrizio De Andrè

Vanno
vengono
ogni tanto si fermano
e quando si fermano
sono nere come il corvo
sembra che ti guardano con malocchio

Certe volte sono bianche
e corrono
e prendono la forma dell’airone
o della pecora
o di qualche altra bestia
ma questo lo vedono meglio i bambini
che giocano a corrergli dietro per tanti metri

Certe volte ti avvisano con rumore
prima di arrivare
e la terra si trema
e gli animali si stanno zitti
certe volte ti avvisano con rumore

Vanno
vengono
ritornano
e magari si fermano tanti giorni
che non vedi più il sole e le stelle
e ti sembra di non conoscere più
il posto dove stai
Vanno
vengono
per una vera
mille sono finte
e si mettono li tra noi e il cielo
per lasciarci soltanto una voglia di pioggia.

giovedì 22 luglio 2010

Alda, la mia Alda

francesco polidori
È da un po' di giorni che non aggiorno il blog, in realtà avevo pensato di smettere,
-bravo Francesco, che originalità un blog sulla poesia,
WHO CARES???
Poi per caso ho conosciuto lei,
Alda,
la mia Alda
ed è stato subito amore a prima vista, un colpo di fulmine e ho sentito il bisogno di condividere col mondo questo mio stato di grazia e fare conoscere a tutti chi è Alda, tanto non sono mai stato un tipo geloso :)
e quale modo migliore per presentare una persona se non dicendo quello che pensa, quello che scrive
ecco per esempio cosa pensa Alda, la mia Alda, della poesia

Le più belle poesie
si scrivono sopra le pietre
coi ginocchi piagati
e le menti aguzzate dal mistero.
Le più belle poesie si scrivono
davanti a un altare vuoto,
accerchiati da argenti
della divina follia.
Così, pazzo criminale qual sei
tu detti versi all’umanità,
i versi della riscossa
e le bibliche profezie
e sei fratello a Giona.
Ma nella Terra Promessa
dove germinano i pomi d’oro
e l’albero della conoscenza
Dio non è mai disceso né ti ha mai maledetto.
Ma tu sì, maledici
ora per ora il tuo canto
perché sei sceso nel limbo,
dove aspiri l’assenzio
di una sopravvivenza negata.
Alda Merini 1983 da La Terra Santa

venerdì 16 luglio 2010

Le poesie più belle di sempre

francesco polidori
Ho creato questo blog per condividere con altre persone la mia grande passione: la poesia.

Ma non sono un poeta: sono semplicemente un attento lettore.

La mia passione è la scoperta della poesia di grandi autori.

Mi piace leggere, interpretare, scavare nei meandri dei versi dei poeti, per farli un po' miei e sentirmi, anche se forse solo per un attimo, parte di qualcosa di meravigliosamente pieno di senso.

Proprio stamattina, prima di recarmi all'università, leggevo dei versi di Hikmet e credo di essere rimasto incantato a guardare il cielo fuori dalla finestra per almeno 10 minuti: avevo appena terminato di leggere quei versi e la mia mente è volata oltre me stesso fino a ritrovarmi immerso in quella valanga d'amore che la poesia mi aveva suscitato.

Ecco i versi che mi hanno cambiato la giornata:

“I giorni son sempre più brevi
le piogge cominceranno.
La mia porta, spalancata, ti ha atteso.
Perché hai tardato tanto?

Sul mio tavolo, dei peperoni verdi, del sale, del pane.
Il vino che avevo conservato nella brocca l’ho bevuto a metà, da solo, aspettando. Perché hai tardato tanto?
Ma ecco sui rami, maturi, profondi
dei frutti carichi di miele.
Stavano per cadere senz’essere colti se tu avessi tardato ancora un poco”


Infinito senso di meraviglia. Grazie Hikmet.